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RIVIERA

2018 - NAPOLI


       Mattia Aquila

Appartamento

COPERTINA AD ITALIA

pubblicato su AD
12/18

RADICI AEREE

Al piano nobile di un palazzo settecentesco nella piazza più monumentale di NAPOLI, una ristrutturazione senza nostalgia ha mantenuto le tracce storiche dell’appartamento pensato per una famiglia inserendole in una cornice leggera e contemporanea. 

Non c’è nulla di più monumentale di piazza della Vittoria a Napoli: da un lato le statue neoclassiche erette a custodi della Villa Comunale, dall’altro, rivolti verso il mare, i palazzi nobiliari voluti sul finire del ’600 dalle famiglie Calabritto, De Majo e Cassaro. L’appartamento è qui, in questo crocevia settecentesco, nello stabile che la famiglia De Majo commissionò all’architetto più geniale del Barocco napoletano, Ferdinando Sanfelice, per unificare la chiesa e il complesso conventuale al palazzo. Percorrendo la scala elicoidale, sopravvissuta a vari rifacimenti, si giunge al piano nobile, residenza di una giovane coppia con i suoi tre figli.
«Una ristrutturazione senza nostalgia», racconta la proprietaria, «veloce ma capace di mettere insieme il puzzle d’interessi del nostro nucleo familiare, perché il desiderio più grande era quello di traslocarci presto». Il lavoro affidato all’architetto Pasquale Bianchini ha tenuto conto dei desiderata della committenza e ha custodito, ove possibile, frammenti di radici storiche, trapiantati poi in una cornice leggera. L’architetto ha seguito il filo conduttore della continuità, da un lato il mondo domestico, dall’altro la vivacità del paesaggio. In casa, l’elemento che all’istante rafforza la suggestione degli spazi è senza dubbio la luce: generosa, abbondante, passa dalle finestre creando confini evanescenti tra lo spazio chiuso e quell’oltre che appena fuori spazia dal verde al blu, all’infinito.
«L’intervento del Sanfelice si concentrò sull’accorpamento della chiesa della Vittoria al palazzo, unificazione leggibile ancora oggi in una parte della casa, la zona notte, che come allora mantiene la disposizione dei vani a U intorno al “vuoto” della cupola», racconta l’architetto. «Va da sé», continua, «che tutti gli elementi architettonici e strutturali conseguenti alla trasformazione in abitazione della parte alta della chiesa andavano conservati ed esaltati».
L’assenza di elementi architettonici di pregio ha suggerito all’architetto di procedere secondo la semplificazione massima. Niente finto storico: questo il linguaggio dello spazio che oggi si mostra elegante nella sua semplicità.
La ritrovata ampiezza dell’intera zona giorno è stata raggiunta con l’eliminazione delle pareti divisorie, troppe, per una casa dal fascino aristocratico. «La sequenzialità delle imbotti settecentesche», racconta l’architetto, «per qualche strano motivo mi ha fatto pensare, sin dal primo istante, alle ambientazioni grandiose e descrittive di Jean-Jacques Annaud per gli spot pubblicitari di Dior».
Il progetto dell’architetto Bianchini esplora epoche contrastanti, selezionando solo l’essenziale. Questa sua visione è chiara un po’ ovunque ma in cucina diventa sintesi. «I proprietari volevano un ambiente vivo in cui far confluire design, decoro e funzionalità», aggiunge. Non mancano gli effetti a sorpresa. Il bagno padronale, per esempio, ubicato in quella che un tempo era una cappella, cattura lo sguardo per le sue dimensioni generose ulteriormente esaltate da una volta a cupola con il lanternino. Al centro la vasca settecentesca in marmo di Carrara, quasi un’installazione. Stesso discorso per il corridoio-galleria, che dà accesso alla zona notte. Qui le opere d’arte di Fabian Marti e le lampade Petit Potence di Charlotte Perriand hanno un fine: indurre all’osservazione delle volte. Rendere leggibili i pennacchi di sostegno al tamburo della cupola della chiesa, dopotutto, rappresentava l’ultima sfida per l’architetto: un luogo storico che si fa casa moderna e familiare.

SONIA COCOZZA

PASQUALE BIANCHINI - Architecture and Interior Design - Corso Umberto I 106 | NAPOLI - 80138 -
+39 081 283 470 - pasqualebianchini@yahoo.it

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